Tra le caratteristiche più innovative dei PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura) – le sette unità da pattugliamento realizzate nell’ambito del programma italiano di ammodernamento straordinario della flotta (“Legge Navale”), assieme a una nave anfibia (LHD TRIESTE) e a una nave logistica (LSS VULCANO) – vi è sicuramente l’innovativo “cockpit navale”, frutto di una specifica richiesta della Marina Militare che voleva un nuovo strumento di guida nella plancia comando in grado di assicurare le funzioni basiche di timoneria e di combattimento con un equipaggio minimo. Un requisito realmente rivoluzionario sulla base del quale è stata concepita una postazione integrata, co-prodotta da Leonardo e Fincantieri NexTech, che permette la condotta della nave e delle operazioni aereonavali da parte di soli due operatori, il pilota e il copilota, che hanno inglobato le figure dell’ufficiale di guardia in plancia e del comandante. Da questa postazione è infatti possibile gestire sia le macchine, i timoni e gli impianti di piattaforma sia alcune funzioni del sistema di gestione del combattimento (Combat Management System, CMS), incluso l’uso delle armi in dotazione.
Da un punto di vista funzionale e dell’ergonomia, nella nuova plancia il comandante siede alle spalle dei due operatori, su una speciale poltrona dotata di comandi che gli consentono di interagire tanto con i suddetti due operatori quanto con gli operatori del CMS, mentre pilota e copilota utilizzano joystick, manette del motore e manopole di controllo che ricordano le cabine di pilotaggio degli aerei. Non solo, ma una console centrale, situata tra i due operatori e caratterizzata da un gran numero di interruttori, luci e manopole, contribuisce a creare un'atmosfera da "cabina di pilotaggio". Eppure, siamo su una nave: una configurazione unica del suo genere, concepita in stretta collaborazione con il cliente, e che ha pure un impatto diretto sia nella sistemazione e allestimento degli spazi interni della plancia sia nella conduzione della nave.
Lo studio, la progettazione e la produzione di un sistema di questo genere ha richiesto uno sforzo importante. Il lavoro è stato tuttavia facilitato dall'architettura e da alcune funzionalità comuni con il CMS ATHENA MK.2/SADOC4 di Leonardo, che è servito come base. In prospettiva, con un ulteriore sforzo di integrazione, il cockpit potrà comunque essere selezionato anche per unità navali con diverso CMS.
Nel complesso, per far comprendere ancor più a fondo la rivoluzione introdotta dal cockpit dei PPA, basti pensare che precedentemente l’equipaggio minimo in plancia comprendeva il comandante, due-tre timonieri, un addetto alle comunicazioni e sette operatori del CMS. L’attuale configurazione dei PPA permette di ridurre questa consistenza a sette persone - comandante, pilota, copilota e quattro operatori del CMS (comunicazioni, radar, sonar, ecc.). Inoltre, il cockpit permette di ridurre i tempi di risposta dell’unità a minacce improvvise in quanto consente di mantenere la nave in alto stato di approntamento. Per esempio, i due operatori hanno accesso diretto alle armi di difesa di punto, cosa che permette di reagire prontamente – previo ordine del comandante – a quelle minacce che possono presentarsi in maniera repentina come barchini veloci o velivoli teleguidati. In caso di minacce più complesse, l’accesso immediato a sensori e armi permette di guadagnare tempo prezioso in attesa che l’equipaggio raggiunga i posti di combattimento e si possa sviluppare una risposta più ampia e coerente. Per le funzioni di guida e manovra, in mare come in porto, gli operatori del cockpit possono accedere a tutti i sensori ottici della nave. Di fatto, ogni unità ha una visione a 360° grazie a telecamere diurne, notturne e infrarosse.